WOMEN! DAPHNE, ECHO, IO AND THE OTHERS

WOMEN! DAPHNE, ECHO, IO AND THE OTHERS

Dal 5 al 12 giugno prosegue la nuova esperienza internazionale finanziata da Anna Lindh Foundation che coinvolgerà attori provenienti da Italia, Tunisia, Turchia, Bulgaria e Burkina Faso.

Dal 5 al 12 giugno prosegue nell'Istituto Superiore di Arti Drammatiche e nello spazio culturale Aykart di Tunisi la lunga avventura di "Women! Dafne, Eco, Io, e le altre", un progetto promosso dalla compagnia Astragali Teatro, con il supporto della Anna Lindh Foundation, in collaborazione con Università del Salento, il network Xenia, due realtà tunisine (lo spazio culturale Aykart e'Association Tunisienne d'Esthétique et Poietïque), l'organizzazione turca Ares e il Theatro tsi Zakynthos di Zante in Grecia.

Dopo l'arrivo degli artisti coinvolti, provenienti da Italia, Tunisia, Turchia, Bulgaria e Burkina Faso, la residenza proseguirà nell'arco di una settimana con prove, workshop, conferenze, incontri, lo spettacolo Metamorfosi (in scena domenica 11 giugno) e una tavola rotonda internazionale (martedì 6 giugno) con Fathi Triki (docente di Filosofia all'Università di Tunisi e dal 1997 titolare della Cattedra UNESCO di Filosofia nel mondo arabo), Driss Mohamed (direzione generale del Teatro e delle Arti), Hichem Ben Issa (direttore Isad), Besma Ferchichi (docente di arte drammatica), Fabio Tolledi (direttore artistico di Astragali Teatro, presidente del Centro italiano dell'International Theatre Institute).

Il progetto promuove i valori della pace, del dialogo interculturale e della reciproca conoscenza, per combattere pregiudizi e malintesi che sono alla base dei conflitti che devastano l'area del Mediterraneo. Uno degli obiettivi principali del progetto è, infatti, quello di promuovere la consapevolezza sulle questioni di genere.  Women è finalizzato anche alla realizzazione di una nuova co-produzione internazionale dello spettacolo Metamorfosi, diretto da Fabio Tolledi, che parte dal testo di Ovidio per interrogarsi su un presente segnato da tensioni e conflitti. Attraverso alcuni miti descritti nelle 'Metamorfosi' si raccontano storie di donne e uomini che attraversando il Mediterraneo, al confine tra la vita e la morte, sono chiamati a cambiare pelle, forma, a mutare. Storie che vengono ri-adattate nel loro contesto attuale per affrontare alcune tra le questioni più impegnative della società contemporanea come il multiculturalismo, le migrazioni, la parità di genere.

"Il Mediterraneo è composto da molte culture e intorno a noi cresce la necessità di tornare a raccontare le storie che per secoli ci hanno dato il senso della vita, nonostante il mondo sembra essere bloccato in un orizzonte di guerra", sottolinea Fabio Tolledi. "Si alzano muri. Per separare, per dividere, per bloccare, per generare un dentro e un fuori. Muri visibili, che rifiutano lo straniero, l'altro, i molti migranti in fuga dalla guerra e dalla miseria. Il Mediterraneo ci unisce e ci divide. La presenza femminile è una forte resistenza, in opposizione alle dinamiche del conflitto, della guerra, della discriminazione. Voci di donne che cantano la vita e la sua metamorfosi, esprimendo la necessità di solidarietà e di vicinanza, le voci in contrappunto, per il rifiuto del conflitto, con i suoni delle loro lingue, delle loro storie che si intrecciano".